Chi è Cristina Zandonella

La mia passione per la vista nasce negli anni ’80, come giovane insegnante di yoga iscritta a Psicologia all’Università di Padova.

Affetta da una miopia progressiva, non riesco a rassegnarmi passivamente ad un continuo peggioramento. Un giorno, nel corso della preparazione dell’esame di Psicologia generale, mi imbatto in un capitolo del manuale dove Dember e Jenkins (1977) spiegano come è fatto l’occhio e citano, in una piccolissima nota a piè pagina, la teoria funzionalista di un oculista americano, allora sconosciuto, il cui nome è William Bates.

È un’illuminazione! Decido di proporre al docente di Psicologia della Percezione Marco Sambin, una tesi sperimentale sull’applicazione dei principi di Bates a soggetti affetti da disturbi visivi.

Cristina Zandonella

Sono alla ricerca di esempi concreti e decido di recarmi in India, a Pondicherry, dove si trova l’unica clinica, fondata dall’oculista Dr. Agarwal, che mette in pratica gli insegnamenti di Bates.

Lo studio osservazionale, condotto su 800 soggetti, dura cinque anni, dal 1984 al 1989. Le teorie di riferimento, gli esercizi applicati e i risultati raggiunti, sono esposti nella mia Tesi di laurea in Psicologia (1990).

Nel 1996 un gruppo formato da dieci oculisti e un’ortottista mi chiede insistentemente di organizzare un corso di formazione al mio metodo: è la svolta, sono costretta a sistematizzare le mie conoscenze e costruire dei protocolli operativi.

Creo le prime schede esercizio e perfeziono le tavole visive: ogni linea, ogni simbolo o figura che si trova nelle mie tavole attuali non è casuale, ma risponde ai criteri di misurazione per la valutazione dell’acuità visiva riconosciute a livello internazionale.

Nel frattempo decido di approfondire l’aspetto psicosomatico dei disturbi visivi nell’ambito della mia specializzazione in Psicoterapia presso l’istituto Riza di Milano. Sull’argomento della psicosomatica applicata alla vista pubblico una serie di articoli sulla rivista Riza Psicosomatica e la mia Tesi di specializzazione per la rivista monografica Riza Scienze (1994).

La scuola di psicoterapia mi apre nuovi orizzonti e comincio ad indagare la personalità dei pazienti e la storia del loro disturbo visivo per cogliere possibili relazioni tra calo di vista ed eventi di vita significativi.

Arrivo a formulare un “protocollo d’intervista” per la raccolta di dati anamnestici e biografici che mi permette di trarre conclusioni originali sugli aspetti personologici dei pazienti affetti da disturbi visivi.

Intanto il metodo viene applicato regolarmente a un numero consistente di persone e nel 2007 raggiunge la sua stesura definitiva, pronto per essere proposto in ambito rieducativo.

Nel 2014 scrivo il libro Occhi Felici per illustrare il metodo e la filosofia che lo accompagna: vedere con gioia.

Poco dopo, nel 2015, conosco l’oculista Andrea Basile, che unisce le conoscenze della medicina antroposofica a quelle della omotossicologia per arrivare a proporre nuovi farmaci per gli occhi, risultato delle sue competenze in fisiologia oftalmologica. Nasce tra noi due un connubio fruttuoso le cui parole chiave sono: medicina di autoregolazione.

Da allora le mie continue osservazioni sulla relazione tra vista, traumi ed emozioni mi portano a scoprire e curare uno specifico disturbo visivo, conseguenza di traumi emozionali: la Sindrome Etos, dall’acronimo di “Emotional Trauma Ocular Syndrome”. Viene esposta alla comunità scientifica il 17 novembre 2017 presso la Casa degli Psicologi di Milano e successivamente in corsi ECM in oftalmologia nel 2019 e 2020.

Ecco che il trauma e il Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD) diventano la mia materia come psicoterapeuta e arrivo ad elaborare un protocollo di lavoro sul trauma a cui do il nome di Terapia Etos.

Nel 2020 completo il Master in Neuropsicologia, e il Metodo Zandonella diventa tirocinio universitario per i laureati in Psicologia a indirizzo Neuropsicologico.

Oggi la ricerca continua in neuropsicologia della visione, sto scoprendo la connessione tra vista e suono e le sue meravigliose possibilità terapeutiche.

Sempre in viaggio…

Bibliografia

Agarwal R.S. (1971), Mind and Vision, Sri Aurobindo Ashram Press, Pondycherry.

Dember W.N., J.J. Jenkins (1977), Manuale di psicologia, Il Mulino, Bologna.

Zandonella Necca Maria Cristina, Anomalie della visione e trattamenti terapeutici, Tesi di Laurea in Psicologia, Università degli Studi di Padova, Anno Accademico 1989 – 1990.

Zandonella Necca Maria Cristina, “Le infinite possibilità della visione”, Riza scienze, N.76, febbraio 1994.

Zandonella Necca Maria Cristina (2014), Occhi Felici, Il metodo Zandonella di rieducazione visiva, Fabbrica dei Segni ed.