La sindrome ETOS

La scoperta

Dopo la laurea in Psicologia nel 1990 con una tesi sperimentale su quello che sarebbe diventato il Metodo Zandonella®, con la curiosità della ricercatrice cominciai a rivolgere domande ai pazienti per inquadrare il disturbo visivo nel più ampio contesto della loro vita. Ho gradualmente iniziato a collegare episodi traumatici a repentini cali di vista o all’insorgere di nuove patologie visive. Il mio interesse spingeva i pazienti ad aprirsi e raccontarmi dell’altro. Così ho potuto studiare ed esplorare le emozioni profonde che si nascondono dietro a ciascun disturbo; come un linguaggio criptico degli occhi che si svelava strada facendo.

Ho scoperto che Ie persone non vogliono solo eliminare il problema visivo, ma anche liberare le emozioni e lasciare che i loro occhi indichino la strada della soluzione.

Dai colloqui e analisi clinica dei pazienti che avevano subito traumi cominciai a evidenziare che sintomi e segni si ripetevano.

Decisi quindi di dare un nome alla sindrome da me identificata che ne rispecchiasse le caratteristiche: il nome scelto è stato ETOS, acronimo di Emotional Trauma Ocular Syndrome.

La sindrome ETOS riguarda gli occhi e il sistema visivo nel suo complesso ed è la risposta somatica ad uno o più traumi emozionali o a situazioni di stress emozionale prolungato. È stata presentata per la prima volta alla comunità scientifica il 17 novembre 2017 presso la Casa degli Psicologi di Milano e successivamente esposta in corsi ECM in oftalmologia nel 2019 e 2020.

Attualmente diversi oculisti sono in grado di riconoscere una sindrome ETOS e mi inviano i pazienti affinché possa curarli.

Anamnesi

Dall’anamnesi emerge che la Sindrome ETOS:

  • S’instaura principalmente in fascia di età dagli 8 ai 18 anni.
  • I soggetti più piccoli possono presentare ipermotilità e disturbi dell’attenzione (ADHD).
  • Può riguardare soggetti che abusano di giochi elettronici, ipad, computer e cellulare.
  • Coinvolge persone descritte come sensibili, che fanno fatica ad esprimere le proprie emozioni.
  • Riguarda soggetti che hanno subito traumi emozionali (PTSD)

Sintomi

Questi i sintomi più frequenti:

  • Visione offuscata e sforzo visivo
  • Fastidio a ogni tipo di correzione ottica, sensazione che non migliori il disturbo
  • Stanchezza visiva
  • Visione doppia
  • Episodi di cecità temporanea: “Vedo tutto bianco!”
  • dolore agli occhi e all’interno della testa in zona orbitale
  • Difficoltà nei cambi di fuoco.
  • Mal di testa
  • Capogiri e vertigini
  • Svenimento

Esame clinico

Questi i segni rilevati:

  • Valori di miopia all’autorefrattometria anche molto elevati e altamente variabili che si riducono o spariscono alla ripetizione dell’esame in ciclopegia.
  • Disturbo refrattivo combinato con spasmi della muscolatura oculare: diagnosticata dall’oculista come “miopia da spasmo accomodativo”.
  • Ridotta acuità visiva anche con massima correzione.
  • Mobilità oculare contratta.
  • Spasmi e fascicolazioni alla muscolatura palpebrale.
  • Movimenti involontari della muscolatura facciale, piccoli tic.
  • Spasmi e contratture a tutta la muscolatura del corpo.
  • Deviazioni oculari latenti: esoforia e exoforia, iperforia, exciclo e in cicloforia
  • Strabismo manifesto concomitante ad angolo variabile
  • Diplopia
  • Comportamenti consoni a disturbo dell’attenzione e ipermotilità (ADHD)

Biografia

Da colloqui clinici di approfondimento emerge che i pazienti hanno incontrato le seguenti situazioni:

  • Stress prolungato.
  • Episodi traumatici quali:
    • trasferimenti con difficoltà di ambientamento
    • problemi in ambito scolastico con professori o compagni
    • bullismo
    • violenze in famiglia
    • separazioni conflittuali dei genitori
    • abusi
    • morte improvvisa di famigliare
    • episodi di spavento per svariati motivi da indagare

Conclusioni

La sindrome ETOS è caratterizzata da disturbi di:

  • Mobilità oculare.
  • Muscolatura orbicolare.
  • Accomodazione oculare, cioè della capacità di mettere a fuoco alle differenti distanze.
  • Muscolatura facciale

Si osserva inoltre hippus pupillare caratterizzato da una serie di movimenti ritmici di dilatazione e restringimento delle pupille dovuti a contrazioni ritmiche dello sfintere dell’iride.

Tutti questi segni portano alla conclusione che si alteri un naturale riflesso accomodativo denominato Near Triad Reflex, cioè triade di riflesso per vicino. Questo si trasforma in Spasm of the near reflex (SNR) cioè il naturale riflesso si trasforma in uno spasmo.

Bibliografia

Bharadwaj, S. R., Roy, S., & Satgunam, P. (2020). Spasm of near reflex: objective assessment of the near-triad. Investigative Ophthalmology & Visual Science, 61(8), 18-18.

Rhatigan, M., Byrne, C., & Logan, P. (2017). Spasm of the near reflex: A case report. American Journal of Ophthalmology Case Reports, 6, 35-37.

Il sistema nervoso parasimpatico regola:

  • Muscoli oculomotori.
  • Muscolo costrittore della pupilla responsabile della miosi pupillare.
  • Muscolo ciliare che agisce sull’accomodazione del cristallino.
  • Muscoli facciali
  • L’attività del muscolo costrittore dell’iride

Bibliografia

McDougal, D. H., & Gamlin, P. D. (2015). Autonomic control of the eye. Comprehensive Physiology, 5(1), 439.

PTSD – post traumatic stress disorder

Il 50-60% delle persone nel corso della vita può essere esposto ad un’esperienza traumaticama solo il 5-10% svilupperà sintomi specifici per PTSD.

Il tipo di reazione dipende dalle caratteristiche fisiche, cognitive ed emotive della persona coinvolta e dalla sua storia personale. La risposta dipende anche dalla natura specifica del trauma e dalla precocità dell’intervento di aiuto.

Nella reazione istintiva al trauma viene coinvolta la parte più primitiva del cervello: il cervello rettiliano che si occupa della nostra sopravvivenza.

Di fronte alla minaccia, il sistema nervoso simpatico reagisce repentinamente e una cascata di sostanze neurochimiche attuano una modificazione adattiva del funzionamento del corpo.

Le principali reazioni autonome alla minaccia sono:

  • Strategia di fuga o di lotta (fight or flight response)
  • Strategia di paralisi (freezing)

I sintomi del PTSD sono:

  • sintomi intrusivi, strategie di evitamento, alterazioni dell’umore e dei pensieri, aumento dello stato di attivazione psicomotoria
  • tendenza a rivivere l’avvenimento
  • aumento dell’arousal (attivazione psicofisiologica del soggetto in presenza di uno stimolo)
  • persistente stato emotivo negativo (per es. paura, orrore, rabbia, colpa o vergogna).

Per il DSM V (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali) il PTSD è definito dalla coesistenza di 4 cluster sintomatologici:

  • riesperienza: sensazione di rivivere il trauma, flashback, incubi
  • evitamento: senso di minaccia costante, senso di distacco, tentativo di evitare luoghi o persone associate al trauma, rinuncia alla socializzazione
  • alterazioni negative: umore, memoria, cognizione
  • Ipereccitabilità(iperaousal): tendenza a trasalire, ipervigilanza, irritabilità, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione

Sindrome ETOS e PTSD

Per capire cosa accade nella mente, nel cervello e nel corpo delle persone che hanno subito un trauma o un forte stress facciamo riferimento al concetto di freezing, letteralmente congelamento.

Come facciamo a tenere congelate le esperienze traumatiche, intrappolate in un luogo da cui desiderano uscire più di ogni altra cosa?

Ci spiega Peter Levine che di fronte a un pericolo con poche o nulle possibilità di fuga, la risposta biologica è una reazione globale di paralisi e blocco che gli etologi chiamano immobilità tonica (IT), risposta primitiva del rettile.

Se la situazione non si risolve, il blocco rimane e la persona non può più vivere pienamente. Tende al congelamento: la paralisi non è più una reazione disperata ma una risposta “di default”.

Il blocco impedisce alla persona di essere nel momento presente, nel qui e ora.

L’immobilizzazione, come difesa, ha il vantaggio di rendere il paziente invisibile. L’intorpidimento dell’immobilità attenua il dolore e blocca le emozioni.

Queste risposte si attivano senza che la persona ne abbia coscienza, entrano in azione aree del cervello quali l’amigdala e i circuiti sottocorticali.

Il bisogno di sparire da una scena traumatica di “non essere visto” si traduce simbolicamente nel corpo della persona in “non vedere” e coinvolge gli occhi.

La sindrome ETOS per le sue caratteristiche rientra dunque nel disturbo post-traumatico da stress (DPTS).

Bibliografia

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Bruno Paolo, Paolo Inchingolo (2000), I modelli di controllo sottocorticale per la coordinazione dei movimenti binoculari, in La coordinazione dei movimenti binoculari a cura di Paolo Inchingolo e Paolo Perissutti, Edizioni Goliardiche Trieste.

Burian – Von Noorden (1985), Binocular vision and ocular motility. Traduzione italiana Visione binoculare e motilità oculare, Medical Books di G. Cafaro, Palermo.

Goodale & Milner (1992), Separate pathways for perception and action, Trends in Neuroscience.

Groddeck Georg (1969), La vista, il mondo dell’occhio e il vedere senza occhi (1932), in Il linguaggio dell’Es. Saggi di psicosomatica e di psicoanalisi dell’arte e della letteratura, Adelphi, Milano.

Levine, Peter A., Somatic Experiencing. Esperienze somatiche nella risoluzione del trauma, Astrolabio, Roma, 2010.

Maddox E. E. (1886), Investigation in the relation between convergence and accommodation of the eyes, J. Anat., Vol. 21, pp.475 – 584.

Manfield P. et al. (2020): Preliminary Evidence of the Acceptability, Safety, and Efficacy of the Flash Technique (four studies with 18 month follow-up)

Milner A.D., Goodale M.A. (1995), The Visual Brain in Action, Oxford University Press, Oxford.

Rizzolatti Giacomo e Corrado Sinigaglia (2006), So quel che fai. Il cervello che agisce e i neuroni specchio, Raffaello Cortina Editore, Milano.

Zandonella Necca Maria Cristina(2014), Occhi Felici, Il metodo Zandonella di rieducazione visiva, Fabbrica dei Segni ed.