Come vedere bene da lontano e da vicino a qualsiasi età
Possiamo evitare le lenti progressive e i loro disturbi?
In questo ultimo decennio sto assistendo a un costante aumento di uso di occhiali progressivi, o lenti multifocali, anche in persone di poco più di quarant’anni che non ne hanno alcuna necessità. Queste lenti vengono prescritte per vedere a distanze diverse, da lontano a vicino con correzioni che variano sulla stessa lente.
Le persone che indossano questo tipo di lenti la prima volta hanno spesso disagio, fanno fatica ad abituarsi, provano sintomi quali nausea, sbandamenti e vertigini, mal di testa e frequenti dolori cervicali che permangono nel tempo.
Adesso si usano anche lenti per bambini che ostacolano il sistema naturale di messa a fuoco.
Si tratta di lenti con tecnologia DIMS (Defocus Incorporated Multiple Segments) che hanno una zona ottica centrale di 9 mm che corregge la miopia e segmenti di defocus positivo multipli, cioè aree semiperiferiche e periferiche in cui il bambino vede sfuocato.
Il dott. Basile e io abbiamo già avuto modo di visitare bambini che indossavano queste lenti e hanno sviluppato exoforia/tropia (strabismo divergente), disturbi dell’attenzione (ADHD), visione doppia (diplopia).
Per noi specialisti che abbiamo studiato per decenni la funzione visiva, tutti questi sintomi hanno un senso.
E se invece di ricorrere alle lenti progressive facessimo in modo che l’accomodazione resti sempre attiva nel caso degli adulti?
E se la regolassimo per favorirne l’azione naturale di messa a fuoco nel caso dei bambini?
Leggi l’articolo completo di approfondimento sugli occhiali progressivi che ho scritto per “Olistica”, il progetto editoriale di Claudia Zannini (www.vitalmentebio.com).